sabato 6 febbraio 2016

“L’innocente” di Alison Weir

L’INNOCENTE
di Alison Weir
SUPERBEAT
Lady Jane Grey (1537 – 1554) era la primogenita di Frances Brandon e di Henry Grey, duca di Suffolk.
Poiché Frances Brandon era figlia di Maria Tudor, sorella di Enrico VIII, Lady Jane Grey era a tutti gli effetti una discendente Tudor e, come tale, avente diritto alla corona.
Alla morte del cugino Edoardo VI, figlio di Enrico VIII, era quarta in linea di successione al trono, dopo le cugine Maria I ed Elisabetta I e dopo sua madre Frances Brandon, duchessa di Suffolk.

Novembre 1553: la sedicenne Jane Grey è rinchiusa nella Torre di Londra dopo il processo che ha decretato la sua condanna a morte per alto tradimento.
Alla morte di Edoardo VI, grazie alle manovre del duca di Northumberland, consigliere del re, Jane Gray viene dichiarata Regina D’Inghilterra, ma il suo regno ha vita brevissima, solo nove giorni, dal 10 al 19 luglio 1553.
Maria, che gode del favore popolare, è infatti subito dichiarata legittima sovrana e, salita al trono, fa imprigionare Jane Grey.

Alison Weir ha pubblicato 21 libri tra romanzi, biografie e saggi di argomento storico.

“L’innocente” è stato il suo romanzo d’esordio, il libro con cui per la prima volta l’autrice ha deciso di lasciarsi alla spalle la rigidità della disciplina storica e di far correre a briglia sciolta la propria fantasia.
Nonostante ciò però Alison Weir ha scelto di restare fedele alla realtà storica. I fatti e gli eventi di cui parla sono realmente accaduti e la maggior parte dei personaggi del romanzo sono realmente esistiti.
L’autrice è perciò ricorsa alla propria immaginazione esclusivamente per sopperire alla mancanza di testimonianze, là dove era necessario per rendere fluida la trama del romanzo.

“L’innocente” è un libro avvincente e scioccante al tempo stesso.
La vicenda di Lady Jane Grey, poi Lady Jane Dudley, non è molto conosciuta e questo romanzo ci regala proprio la possibilità di fare la conoscenza di un’eroina di altri tempi che seppe dimostrare una forza di carattere e un coraggio non comuni.

Il libro racconta la storia della vita di Jane Grey dalla sua nascita fino alla sua ingiusta e controversa morte.
Ci parla delle sue aspettative, delle sue paure e delle sue inclinazioni.
Ci racconta di una donna istruita e dedita allo studio, doti non comuni nelle donne dell’epoca; una personalità forte quella di Jane che, nonostante fosse condannata fin dalla nascita ad essere una pedina nello scacchiere politico dell’epoca, non smise mai di lottare per la propria libertà e per il proprio credo religioso, tentando fino all’ultimo di opporsi alla propria ascesa al trono che lei stessa riteneva illegittima.

Esiste un celebre quadro di Paul Delaroche (1797 – 1856)  “Il supplizio di Jane Grey” che rende perfettamente la scena della decapitazione descritta nel romanzo e della fermezza che la giovane donna seppe dimostrare fino all’ultimo istante della propria vita.

Frances Brandon e Henry Grey fin dalla nascita della piccola Jane, non riuscendo ad avere il tanto agognato erede maschio, avevano tramato nell’ombra al fine di raggiungere il potere attraverso la figlia.
E se in un primo momento avevano pur intravisto la possibilità del trono attraverso il matrimonio di Jane con l’erede di Enrico VIII, una volta compresa l’impossibilità di realizzare tale progetto, non avevano esitato ad abbracciare la rischiosa proposta di Northumberland di mettere Jane sul trono alla morte di Edoardo VI e lo avevano fatto senza farsi alcun scrupolo nei confronti della loro primogenita, tanto da sancire questa alleanza concedendo la sua  mano al viziato e piagnucoloso Guilford Dudley, figlio minore dello stesso Northumberland.

Alison Weir è riuscita a creare un affresco storico dell’epoca grandioso, la storia scorre veloce ed il lettore si trova coinvolto totalmente sin dalla prima pagina.

Ogni capitolo è affidato ai personaggi principali della storia che, in prima persona, raccontano gli avvenimenti a cui prendono parte, descrivendo così non solo l’avvicendarsi degli eventi, ma anche le loro emozioni, le previsioni e le aspettative nel succedersi degli eventi stessi.

L’autrice è riuscita ad entrare perfettamente nella mente dei propri personaggi, delineando delle figure credibilissime come la fiera e altera Francis Brandon, la dolce e protettiva balia Mrs Ellen, il subdolo Northumberland, il tanto affascinante quanto poco lungimirante Thomas Seymour, l’imprevedibile Elisabetta così simile al padre Enrico VIII, la triste e compassionevole Maria…

Le descrizioni sono talmente accurate che le figure dei protagonisti si stagliano nitide dinnanzi agli occhi del lettore, quasi che questi si trovasse di fronte ad uno schermo televisivo più che davanti alle pagine di un libro.

Il merito maggiore che va attribuito all’autrice è però quello di aver saputo raccontare magistralmente la vita di questa giovane eroina e dell’epoca in cui visse nel modo migliore possibile, senza trasformare la storia, come spesso accade, in un semplice romanzo rosa di ambientazione storica.

La storia della “Regina dei Nove Giorni” è una storia assolutamente da leggere.
Un libro imperdibile, una storia affascinante che spero presto un giorno possa essere portata sul grande schermo.






2 commenti:

  1. Ciao Elisa,

    anzittutto tanti complimenti per la tua coerenza di blogger perché, nonostante tutte i tuoi impegni e la natura proteiforme della tua esistenza, sei riuscita a postare con più costanza di me.

    Per quanto riguarda questo romanzo, temo passerò perché i libri ambientati alla corte inglese di quegli anni mi mettono sempre un po' d'ansia... erano decisamente anni difficili, soprattutto per i protagonisti di tutte quelle macchinazioni di palazzo.

    La copertina è bellissima, anche se un po' mi dispiace non abbiano utilizzato un'immagine tratta dal quadro Delaroche. La Beat, d'altro canto, potrebbe non aver ottenuto il permesso di farlo.

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    1. Grazie per i complimenti, ma non sono tutti meritati. Ultimamente ho rallentato davvero tanto.

      Sì, hai ragione quel periodo mette un po' d'ansia, ma a piace davvero tanto.
      E' decisamente uno dei miei preferiti ^^

      La copertina mi piace. Credo che la scelta sia stata obbligata perché l'immagine del quadro l'avevano già utilizzata per la copertina di "La figlia del Boia" di Oliver Potzsch.

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