domenica 18 gennaio 2015

“La tentazione di essere felici” di Lorenzo Marone

LA TENTAZIONE DI ESSERE FELICI
di Lorenzo Marone
LONGANESI

Mi chiamo Cesare Annunziata, ho settantasette anni, e per settantadue anni e centoundici giorni ho gettato nel cesso la mia vita. Poi ho capito che era giunto il momento di usare la considerazione guadagnata sul campo per iniziare a godermela sul serio.

Cesare Annunziata è il protagonista di “La tentazione di essere felici” il libro di Lorenzo Marone, scrittore napoletano, classe ‘74.

Cesare Annunziata è un uomo cinico, burbero e scorbutico. E’ vedovo da cinque anni ed è padre di due figli.
La primogenita Sveva, professione avvocato, è sposata ed ha un bambino di nome Federico.
Il secondogenito, Dante, ha una galleria d’arte ed è gay. Il padre è perfettamente a conoscenza dell’orientamento sessuale del figlio, non ne è scandalizzato, non lo condanna né lo giudica per questo, solo attende che un giorno Dante si decida a confessarglielo.

Cesare Annunziata passa le sue giornate liberamente senza pensieri, tra qualche parola scambiata con la vicina di casa, la gattara Eleonora Vitigliano, sorda come una campana e qualche ora trascorsa a casa dell’amico di sempre, Marino, che abita al secondo piano.
Marino ha quasi ottant'anni e, al contrario di Cesare, ha rinunciato a vivere; ormai da anni non esce neppure più di casa tanto che persino la poltrona sembra aver preso la forma del suo corpo vecchio e malandato.

E poi? E poi c’è Rossana, l’infermiera che per arrotondare le entrate allieta le ore dei suoi anziani pazienti e Cesare non fa eccezione. Qualche pillolina blu, e il nostro protagonista è sempre ben felice di poter trascorrere qualche ora con Rossana con la quale però in fin dei conti, a differenza degli altri clienti, egli ha instaurato anche un rapporto di amicizia.

Nonostante l’apparenza, infatti, Cesare Annunziata non è cattivo, egoista sì, ma non cattivo ed alla fine accade qualcosa che farà riemergere la profonda umanità che lui cercava di nascondere agli altri ma sopratutto a se stesso. 

Un giorno, infatti, nell’appartamento vicino si stabilisce una giovane coppia. Emma è una giovane donna molto attraente, ma dallo sguardo malinconico mentre il marito appare come un tipo piuttosto losco.
Nonostante Cesare Annunziata sia intenzionato a rimanere indifferente alla sensazione che qualcosa non funzioni tra i due nuovi arrivati, alla fine cede alla richiesta di aiuto di quegli occhi tristi e si ritrova coinvolto in una vicenda più grande di lui, obbligato ad affrontare problematiche che troppo spesso si crede siano solo temi che ascolti al telegiornale, qualcosa di lontano dalla vita di noi “gente comune”.

In Cesare Annunziata, come in ognuno di noi, vi è un lato oscuro che inevitabilmente talvolta prende il sopravvento.
Nel corso del romanzo però Cesare Annunziata riesce a fare riemergere quanto di buono c’è nel suo carattere e a modo suo tenta non solo di mettere ordine nella sua vita e nel suo passato cercando di recuperare il rapporto con i figli e con il nipote, ma si prodiga anche per aiutare gli altri cercando di risolvere i problemi di Eleonora, spronando l’amico Marino a reagire al suo torpore e sostenendo la giovane Emma.

Lorenzo Marone è riuscito a creare un personaggio vero e credibile e stupisce non poco il fatto che uno scrittore appena quarantenne sia stato capace di descrivere in modo tanto dettagliato e reale le sensazioni, le aspettative disattese, i desideri e le paure proprie di un ultrasettantenne.
Il modo così verosimile, poi,  di descrivere e di indagare i rapporti interpersonali dei vari personaggi, di raccontare la storia della famiglia Annunziata, rivelano che l’autore è indubbiamente un uomo che conosce molto bene la psicologia femminile nonché i contrasti che spesso nascono tra uomini e donne a causa del loro diverso modo di sentire.

“La tentazione di essere felici” è un libro ironico, divertente, ma che allo stesso tempo obbliga il lettore a riflettere sul senso della vita, sulle difficoltà che comportano i cambiamenti e sulla paura di invecchiare.

Un libro spassoso, ma anche un romanzo che, quando meno te lo aspetti, riesce a sferrarti un pugno allo stomaco riportandoti alla realtà, perché ciò che si legge sui giornali ogni giorno contrariamente a quanto pensiamo non è qualcosa lontano da noi, ma qualcosa che può toccare tutti noi molto da vicino.

Cesare Annunziata è un personaggio irriverente, sfacciato e spesso anche maleducato, ma è una persona vera che cerca con fatica di far quadrare il cerchio di una vita prossima al capolinea.
Il protagonista del romanzo ha paura dei bilanci perché sa che quasi nulla di ciò che da giovane aveva sognato per se stesso si è realizzato, cerca quindi di evitarli, di vivere alla giornata, di non pensare perché non riuscirebbe ad accettare l’idea di riconoscersi perdente, di dover accettare il fatto di essere un fallito persino come “egoista” perché se un egoista è colui che persegue il suo bene ad ogni costo, lui questo bene non l’ha mai raggiunto nonostante i numerosi tentativi fatti soprattutto a scapito delle persone che lo hanno amato.
Ovviamente è tutto inutile perché al passato non si può sfuggire, ma è pur vero che finché si è vivi c’è sempre la possibilità di rimettere le cose a posto o c'è almeno la speranza di limitare i danni.

E’ incredibile la capacità di Lorenzo Marone di riuscire a far passare il lettore dal sorriso alla riflessione nell’arco di qualche riga grazie anche ad alcuni passaggi talmente intensi e profondi da meritare di essere riletti più volte.

Bisogna fare attenzione alle parole, è come in cruciverba: una sbagliata può creare il caos.

Non posso in tutta coscienza dire che Cesare Annunziata sia il nonno o il padre che tutti vorrebbero avere, troppi lati del suo carattere, infatti, non si adattano al mio e più di una volta mi sono trovata in aperto contrasto se non proprio in totale disaccordo con il suo modo di affrontare o vedere le cose.
L’ho ammirato profondamente però per la sua tenacia e la sua voglia di vivere oltre che per il suo ostinarsi a voler essere felice ad ogni costo “come può esserlo un vecchio che ha deciso di derubare la vita finché gli è permesso”.
Mi ha fatto sorridere con le sue “trasformazioni” e con la sua incapacità di piegarsi alla triste e disperata arte del “lasciare stare”.
                                            
Del finale del libro non posso anticiparvi nulla per ovvie ragioni, ma posso assicurarvi che le ultime pagine sono davvero intense, un vero inno alla vita e alle mille ragioni per le quali vale la pena di essere vissuta.

Terminata la lettura ogni lettore si sentirà obbligato a rispondere in prima persona ad alcuni interrogativi; verrà spontaneo chiedersi se si è davvero felici, ci si interrogherà sulle proprie scelte facendo un bilancio dei compromessi fatti e inevitabilmente si dovrà prendere coscienza di quante scelte siano state dettate più dalla comodità e dalla paura di vivere veramente piuttosto che da un reale obbligo perché come dice quel filoso un po’ scorbutico che è Cesare Annunziata…

Le vie di mezzo servono a non prendere la strada giusta, quella che ti porta dritto dove vuoi e devi andare. L’essere umano è un maestro nel girare a vuoto pur di non raggiungere l’obiettivo che lo terrorizza.




2 commenti:

  1. Questo romanzo pare davvero interessante, ma temo non lo metterò in wish list, anzitutto perché — e che lo ripeto a fare? — la mia scorta di libri tende all'infinito e, poi, per — facciamo outing — un po' di insana codardia.

    Ho trovato la tua scelta di leggere questo romanzo molto coraggiosa, visto il protagonista dall'età avanzata e le ambientazioni apparentemente lontane dalle nostre. Per quanto mi riguarda, fallimento, scelte sbagliate, paura di invecchiare, di morire, paura di ritrovarsi a non aver cercato di vivere come si sarebbe voluto sono cose con cui combatto spesso e che, tendenzialmente, preferisco non ritrovare nei libri che leggo.

    «Lorenzo Marone è riuscito a creare un personaggio vero e credibile e stupisce non poco il fatto che uno scrittore appena quarantenne sia stato capace di descrivere in modo tanto dettagliato e reale le sensazioni, le aspettative disattese, i desideri e le paure proprie di un ultrasettantenne.»

    Queste 'magie' che riescono a fare gli scrittori mi stupiscono sempre.

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    1. Le wish List infinite purtroppo sono anche la mia specialità!

      È vero, forse questo romanzo è lontano dal genere di libro che leggo abitualmente, ma non mi considero coraggiosa per la scelta fatta ^^

      Credo che chiunque di noi debba confrontarsi con scelte sbagliate, compromessi e paure, lo facciamo continuamente anche se non vorremmo farlo...
      Devo dire che è stato interessante poterlo fare attraverso un punto di vista diverso.

      Concordo sulla capacità di alcuni autori di fare delle magie... cosa che contribuisce non poco ad allungare le nostre wish list ^^


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