domenica 17 agosto 2014

“Il nuotatore” di Zsuzsa Bánk

IL NUOTATORE
di Zsuzsa Bánk
NERI POZZA 
La storia è ambienta in Ungheria negli anni ’50 del secolo scorso quando la cortina di ferro divideva in due l’Europa.

Katalin lavora in una fabbrica a Papa. Ogni mattina esce di casa e Kata, la sua bambina, puntuale si alza all’alba per poterla salutare dalla finestra.

Un giorno però Katalin se ne va in silenzio, prima della solita ora, così che nessuno possa vederla. 
Un giorno come tanti altri decide di abbandonare il marito Kalman e i figli Kata e Isti per andare all’ovest attraversando il confine austriaco.
Katalin non parte sola, ad accompagnarla in questa avventura verso una nuova vita c’è la sua amica Vali.

Quando l’aria in paese diventa irrespirabile a causa del continuo parlare della gente, Kalman vende casa e terreno e parte con i bambini.
I tre iniziano a girovagare per il paese senza alcuna prospettiva e senza alcuna intenzione di trovare un luogo da poter chiamare nuovamente casa.

Le loro peregrinazioni li portano a chiedere ospitalità ai parenti sparsi nelle varie regioni ungheresi.
La prima tappa è Budapest dalla madrina Manci, poi è la volta di Szerencs a casa della zia Zsofi per proseguire fino a Siofok dalla Zia Agi.
In seguito i tre si fermano per qualche tempo a casa della nonna paterna Anna per fare ritorno di nuovo a casa di zia Zsofi a Szerencs.

In questo continuo peregrinare senza meta, sospesi fuori del tempo, i giorni trascorrono sempre uguali nell’attesa di qualcosa di indefinito; non c’è nessuna felicità tranne in rari momenti sul lago Balaton come quando Isti può nuotare libero, senza essere assillato dai problemi, dalle paure e dai dubbi.

Non ci lasciavamo dietro nulla. Il tempo adesso passava in un attimo, andava semplicemente avanti anche se non succedeva niente, almeno niente di quel che volevamo noi. Quando l’orologio batteva le ore sembrava quasi scherzasse. Più avanti cominciai a nascondere pietre, piume o monete nelle case in cui vivevamo per un po’ prima di lasciare anche queste.

Dalle parole di Kata, io narrante della storia, traspare la costante paura di lei e di Isti di essere vittime di un nuovo abbandono, la continua ricerca di un luogo a cui appartenere e di trovare persone alle quali legarsi, la triste consapevolezza di essere un peso per il padre ed il tormento di non comprendere come la madre abbia potuto abbandonarli.

Il ritmo del racconto è lento e descrittivo così da poter scandire meglio la lentezza stessa della vita dei protagonisti e sottolineare il monotono trascorrere delle stagioni che si succedono sempre uguali in quelle atmosfere rarefatte sotto quei cieli bassi e grigi.

quell’aspettare sospesi prima o poi sarebbe finito. Invece quella sensazione non passava, non ci lasciava più. Restava e si attaccava ai nostri giorni, a quell’estate (…)

Il romanzo di Zsuzsa Bánk non è solo il racconto della famiglia Valencei, del loro dolore, della loro incapacità di comunicare e dell’abbandono che tanto ha segnato la loro esistenza come famiglia e come singoli individui, ma è anche il racconto di un popolo che ha perso la fiducia in se stesso, di una nazione oppressa che ha dimenticato la propria identità e non sa come ritrovarsi.

“Il nuotatore” è un romanzo struggente e malinconico che attraverso le sue pagine parla direttamente al cuore del lettore.



Nessun commento:

Posta un commento