lunedì 17 marzo 2014

“Odessa Star” di Herman Koch

ODESSA STAR
di Herman Koch
NERI POZZA
Fred Moorman ha 47 anni, una moglie e un figlio, un lavoro comune e una casa in un quartiere tranquillo e dignitoso, viaggia in utilitaria e frequenta gente banale.

Un giorno incontra al cinema un vecchio compagno di scuola, un tipo che fin dall’epoca si distingueva per essere un personaggio poco raccomandabile.

Max G. ha una bellissima moglie, possiede una Mercedes e vive ad Amsterdam Sud, il quartiere più alla moda ed elegante della città.

Fred è sempre stato un uomo pronto a lagnarsi per ogni cosa: dalla puzza proveniente dal primo piano, alla signora che non raccoglie gli escrementi del cane nelle aiuole.
Fred non sopporta nulla e nessuno: detesta il cognato che ritiene un nullafacente fallito, la cognata perché è solo una povera attrice priva di talento, non sopporta neppure il vicino di casa, Erik Mencken, conduttore televisivo, lo disprezza per la sua finta abbronzatura e ancor più perché lo trova eccessivo nel suo voler piacere a tutti.

Dopo l’incontro con Max G. però scatta qualcosa in Fred che improvvisamente deve fare anche i conti con se stesso e ammettere che la sua vita è un completo fallimento.
Lui non è nessuno, non ha raggiunto nessun obiettivo ed è disgustato dalla mediocrità della sua esistenza.
Decide che è giunto il momento di cambiare e che Max G. è proprio la persona giusta per aiutarlo a fare il salto di qualità, poco importa che il vecchio compagno di studi sia un boss della malavita e che certe persone chiedano prima o poi il conto perchè “in quegli ambienti niente è gratis”.

Il romanzo in realtà inizia dal finale e si apre con Fred Moorman impegnato a trovare un aneddoto da inserire nel discorso che dovrà fare al funerale dell’amico.
Max G. è morto, è stato assassinato, freddato con un colpo di pistola nella sua auto. Proprio da questo delitto trasmesso in tutti i telegiornali, Fred Moorman, io narrante, riavvolge il nastro raccontando come è accaduto che si sia ritrovato a dover scrivere il discorso in memoria del vecchio compagno di scuola.

Nonostante le prime pagine del romanzo mi siano sembrate un po’ più lente del solito, è indubbio che anche con questo libro Herman Koch sia riuscito a scrivere un altro straordinario successo.
Ancora una volta Koch riesce a tenere incollato il lettore al romanzo fino all’ultima pagina, grazie ad un ritmo della narrazione che cresce di intensità e suspense di capitolo in capitolo fino a quello conclusivo adrenalinico e ricco di colpi di scena.

Nei mesi scorsi vi avevo già parlato di altri due romanzi dello stesso autore intitolati “La cena” (Neri Pozza 2010 / BEAT 2011) e “Villetta con piscina” (Neri Pozza 2011 / BEAT2013).

Rispetto a questi due precedenti romanzi si ha l’impressione che in “Odessa Star” vi siano da parte di Koch un desiderio maggiore di insistere su descrizioni nauseanti e disgustose, una più intensa ricerca dell’eccesso a tutti i costi, una volontà di superare il limite che ricorda lo stile pulp dei film di Tarantino.

Nel corso dei tre romanzi inoltre l’immagine della “bella famiglia unita” va disgregandosi: ne “La cena” la famiglia del protagonista è unita qualunque cosa accada, marito e moglie sono disposti a tutto pur di difendere l’unità familiare;  in "Villetta con piscina” si intravede già una crepa nel nucleo familiare quando il protagonista ha una relazione extra-coniugale mettendo a repentaglio l’incolumità della famiglia stessa, infine in “Odessa Star” i legami familiari sono completamente allentati.
Il matrimonio di Fred e Christine è un’unione ormai al capolinea, il loro è uno stare insieme per abitudine, non c’è alcuna complicità e il riavvicinamento finale risulta poco credibile e comunque molto precario.
Gli unici rapporti veri e duraturi in tutti e tre i romanzi sono quelli tra genitori e i figli, nonostante i frequenti alti e bassi dovuti anche all’età adolescenziale di questi ultimi. 

“Odessa Star” è un thriller psicologico in cui ancora una volta Herman Koch descrive un mondo cinico, violento e superficiale, dove il desiderio di essere qualcuno e di ottenere ciò che si desidera autorizza chiunque a prenderselo senza scrupoli, arrivando anche ad uccidere il prossimo per affermare se stessi e la propria volontà.


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