domenica 18 agosto 2013

“Difesa della poesia” di Percy Bysshe Shelley

DIFESA DELLA POESIA
di Percy Bysshe Shelley
RUSCONI
Il post nasce quasi per caso così come per caso mi sono imbattuta qualche tempo fa in questo volume mentre mi aggiravo tra le bancarelle della Fiera del Libro che una volta all’anno si svolge nella mia città.
Vi anticipo subito che queste poche righe non vogliono essere né una recensione né tanto meno una mini-lezione su Shelley e il Romanticismo.
Sono semplicemente una proposta di lettura un po’ diversa dal solito.

La “Difesa della poesia” è stata scritta da P.B. Shelley nel 1821 come risposta al saggio intitolato “Le quattro età della poesia” di T.L. Peacock nel quale l’autore sosteneva l’inutilità della poesia in un’epoca di progresso e innovazione.

L’epoca in cui nacque Shelley (1792-1822) è conosciuta anche come l’epoca delle tre rivoluzioni: la rivoluzione francese e la rivoluzione americana di pochi anni precedenti alla nascita del poeta e la rivoluzione industriale che ebbe inizio proprio in quegli anni.
Il Romanticismo che si sviluppò alla fine del XVIII secolo ebbe caratteristiche diverse nelle varie nazioni: in Francia e in Italia ebbe un carattere rivoluzionario e patriottico, in Germania filosofico e in Inghilterra ebbe invece un carattere poetico - letterario.
Shelley fu insieme a John Keats e Lord Byron uno dei massimi esponenti di quella che fu definita la seconda generazione romantica.
Lo spirito classico era un elemento fondamentale del romanticismo, ma mentre Keats si ispirava agli oggetti e ai manufatti dell’epoca classica, Shelley era interessato soprattutto alla filosofia classica. Le sue opere sono infatti permeate da un idealismo panteista e il suo modello è Platone.
Come scrive nella sua introduzione Angiola Mazzola “Shelley fu il cantore della Bellezza, della Libertà e dell’Amore”.

La “Difesa della poesia” si può dividere in tre parti: la prima parte nella quale il poeta ne elenca caratteristiche, principi ed elementi, la seconda parte nella quale Shelley riassume la storia della poesia dalle sue origini (Omero) fino all’epoca contemporanea e ne descrive gli effetti da questa prodotta nel corso dei secoli sulla società e l’ultima e terza parte nella quale difende e sostiene il valore della poesia in quanto questa rende immortale la “Bellezza” del mondo.

Quali sono le differenze secondo P.B. Shelley tra poesia e prosa?

“La differenza tra  il racconto e il componimento poetico è che il primo è un catalogo di fatti separati che non hanno altro legame se non tempo, spazio, circostanze, causa ed effetto, il secondo è creazione di azioni secondo le immutabili forme della natura umana come sono nella mente del creatore, che è essa stessa l’immagine di tutte le menti. Il primo è parziale e si riferisce solo a un determinato periodo di tempo e a una combinazione di eventi che non si ripeterà mai; il secondo è universale e contiene in sé il germe di una relazione con qualsiasi motivo o azione possa aver luogo nella varietà della natura umana”.

Non posso dire che la “Difesa della poesia” sia una lettura scorrevolissima anzi alcuni passaggi sono piuttosto ardui, ma questo saggio è un tassello importante per conoscere e capire meglio Shelley e la sua poetica.
La poesia per il poeta romantico è qualcosa di divino, è il centro della conoscenza, comprende tutte le scienze e a questa tutte le scienze debbono fare riferimento.

E’ probabile che l’edizione Rusconi (anno di pubblicazione 1999) che ho acquistato io sia ormai fuori catalogo ed è un vero peccato perché è ricca di note e corredata di un’interessante appendice dedicata alle parole chiave per sintetizzare e chiarire meglio i concetti fondamentali del saggio. Inoltre l’ampia introduzione a cura della professoressa Angiola Mazzola è davvero esaustiva e facilita notevolmente la lettura e la comprensione del testo.


6 commenti:

  1. Sembra proprio una lettura interessante, me la segno per il futuro. Proprio oggi, con uno studente, stavamo ricapitolando le linee fondamentali del Romanticismo, e, in effetti, si nota una differenza significativa di prospettive fra i vari paesi europei; molti i poeti che si ascrivono al movimento, però, travalicano i confini nazionali e si uniscono in questa concezione della poesia come un mezzo espressivo naturale, libero dalle convenzioni e fonte di eterna bellezza. Il tema merita sicuramente un approfondimento, grazie dell'indicazione!

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  2. Concordo. Sembra una lettura molto interessante. Si evince dai passi che hai riportato che non sarà particolarmente scorrevole, ma secondo me ne varrà la pena. Lo aggiungo in lista!
    Un saluto

    Maria

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  3. Arrivo qui grazie all'evento creato da Cristina.
    Complimenti per il post: mi hai fatto pensare un po' a questa intervista a Montale che ascoltai tempo fa e che mi piacque tanto.

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    1. Benvenuta! ^_^
      Ho ascoltato l'intervista, hai perfettamente ragione. Una bella intervista, grazie per avermela segnalata

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