martedì 16 luglio 2013

“Il profumo del caffè” di Anthony Capella

IL PROFUMO DEL CAFFE’
di Anthony Capella
NERI POZZA
Londra 1896. La regina Vittoria in lutto si è ritirata dalla vita pubblica, il principe sfuggito alla sorveglianza della madre trascorre i giorni divertendosi, i gentiluomini frequentano le prostitute.
E' l’epoca del dandismo, l’epoca in cui Oscar Wilde con i suoi scritti e il suo modo di vivere sconcerta i contemporanei.

Robert Wallis, il protagonista della storia, ha ventidue anni. E’ stato appena cacciato da Oxford ed il padre non intende più sostenere economicamente il suo dispendioso modo di vivere. Egli si ritiene uno scrittore, o meglio un poeta, in realtà è solo un giovane presuntuoso, un dandy, un bohémien a cui piacciono i bei vestiti e gli oggetti di lusso.

Un giorno al Café Royal, locale frequentato da artisti nullafacenti come lui, conosce per caso Samuel Pinker, un mercante di caffè, che lo assume per scrivere una guida per la standardizzazione degli aromi di questa bevanda.
In questo progetto che prevede non solo la pubblicazione di una guida ma anche la creazione di un cofanetto contenente gli aromi di riferimento, Robert Wallis sarà affiancato dalla figlia del suo datore di lavoro, Emily Pinker.

Emily è una giovane affascinante, dalle idee moderne che non vuole vivere nel passato, ritiene un lusso poter lavorare e vuole assolutamente essere trattata come tutti i dipendenti del padre.
Lei e le sorelle minori, Ada e Philomena, hanno perso la madre molto giovani e fin da piccole sono state incoraggiate dal padre a leggere e a partecipare a conferenze. 

Tra Emily e Robert nasce inevitabilmente un reciproco sentimento ostacolato però dal padre di lei.
Samul Pinker propone allora che Robert si trasferisca per quattro/cinque anni in Africa, nella regione dell’Abissinia conosciuta con il nome di Kaffa a sud-ovest di Harar
Qui il pretendente della figlia dovrà dare prova delle sue capacità e creare una piantagione che produca un caffè di ottima qualità che un giorno possa rivaleggiare con le migliori qualità del Brasile e di Sumatra. Al ritorno Robert avrà il permesso di sposare la sua Emily.    

Wallis parte nel giugno del 1897 ma nulla andrà come programmato. Si innamorerà di una bellissima schiava di nome Fikre, conoscerà una terra selvaggia, entrerà in contatto con popolazioni esotiche e non riuscirà a portare a termine l’impresa.

Nel frattempo a Londra Emily inizierà a frequentare Arthur Brewer, un giovane politico liberale…

Al suo rientro in patria, Robert si renderà conto che nulla è più come l’aveva lasciato. Londra è cambiata, la “sua” epoca è finita con la morte della regina Vittoria seguita da quella di Oscar Wilde e di John Ruskin…i dandy, i bohemien non sono più di moda, le suffragette lottano per il diritto di voto alle donne, le automobili hanno definitivamente soppiantato le carrozze trainate dai cavalli….

L’incipit del libro è davvero accattivante. Il quadro che l’autore dipinge della Londra di fine Ottocento è affascinante.
E’ avvincente leggere le vicende dei protagonisti, partecipare alla loro crescita, alla loro formazione, mentre sullo sfondo assistiamo contemporaneamente all’avvicendarsi di due diverse epoche.
Bellissime sono le descrizioni dei paesaggi africani così come quelle della città di Londra. Capella è davvero bravo a tradurre in parole gli aromi e i profumi.
Il romanzo è piuttosto lungo (526 pagine) ma, anche se per questo motivo il ritmo del racconto inevitabilmente a tratti cala, la lettura resta comunque sempre scorrevole perché i colpi di scena sono davvero sorprendenti.

La caratterizzazione dei personaggi è ottima. Quello che colpisce di più è il realismo di questo romanzo. I sentimenti di amore e di amicizia, la passione di cui si legge in questo libro sono reali, non hanno nulla del “romanzato”.

Il richiamo che Capella fa ai personaggi reali dell’epoca di cui scrive rendono il tutto ancora più vero, come quando ci racconta della presenza al ballo in maschera di Bosie, ovvero Lord Alfred Douglas l’amante di Oscar Wilde oppure la presenza di Rimbaud in Africa.
Interessanti sono poi le citazioni di personaggi e letterati come Wilde, Freud, Goethe…

Ad essere sincera le spiegazioni relative alla nascita dell’economia finanziaria, con l’introduzione dei nuovi termini come legge di mercato, investimenti, obbligazioni, titoli derivati non sono sempre di facilissima comprensione per chi come me è completamente digiuno di economia, ma anche in questo caso l’autore è stato bravissimo a cercare di essere il più chiaro ed esaustivo possibile.
“Il profumo del caffè” è un libro sull’amore, su ogni tipo d’amore, perché questo sentimento non è fatto di un’emozione sola, ma di molte come molti sono gli odori di un buon caffè.



2 commenti:

  1. Questo libro mi ispirava moltissimo. Poi mi misi a leggerne delle particine qui e là e incominciai a trovarvi dei risvolti drammatici che non mi andava di affrontare, quindi decisi di non leggerlo.

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  2. Ti capisco, io l'avevo visto tempo fa e come te ero davvero indecisa. Il mio problema era la parte di storia che si svolgeva in Africa, non amo moltissimo i romanzi ambientatati in questo continente.
    Alla fine sono contenta di averlo letto, un bel libro.

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